Salvo per miracolo dopo l’attacco di un orso | La storia non convince le autorità

Un giovane trentenne è stato aggredito da una femmina di orso durante un escursione nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Fortunatamente è riuscito a salvarsi.

Di certo Antonio Rabbia non credeva che una passeggiata insieme al suo cane potesse trasformarsi in una giornata da incubo. “Credevo avessi i secondi contati” ha raccontato ancora sotto shock.

Attacco Orso
Antonio Rabbia (topday.it)

Una paura più che comprensibile, dato che l’orso lo ha attaccato senza nessun preavviso. Il giovane 33enne, originario di Ausonia nel Frusinate, stava facendo una tranquilla escursione nel Parco Nazionale d’Abruzzo quando l’orsa, per difendere i suoi due cuccioli, lo ha improvvisamente attaccato.

Ho mandato due messaggi vocali alla mia famiglia, uno a mia moglie e uno a mio padre: Mi ha aggredito un’orsa: non ce la faccio a tornare. Non ci rivedremo mai più. Ma sappiate che vi ho sempre amato. Addio”, ha raccontato ancora Rabbia.

Secondo la sua versione dei fatti, stava camminando nella zona de comune di San Donato Valcomio, quando l’animale ha attaccato: “Prima mi ha dato una zampata, poi mi ha morso in pancia”. È salvo per miracolo, grazie anche all’aiuto del suo cane, Biondo, che ha distratto l’orsa mentre il padrone cercava di scappare.

Così Antonio Rabbia è riuscito ad allontanarsi, nonostnte le ferite all’addome e ad una gamba, verso la provinciale 666 per Forca d’Acero, tra il Lazio e l’Abruzzo. Lì ha recuperato la sua auto e chiamato due amici per soccorrerlo.

A quel punto i soccorsi lo hanno subito ricoverato all’ospedale Santa Scolastica di Cassino; nel suo cane Biondo, l’eroe della vicenda, si sono perse le tracce. L’Ente Parco lo ha cercato per ben due giorni: “Aveva riferito (Rabbia nda) che era al guinzaglio”.

“Quindi poteva essere rimasto vittima lui stesso dell’aggressione da parte della femmina di orso oppure nella fuga, avendo sempre il guinzaglio, avrebbe potuto restare incagliato nel bosco ed essere vittima di altri predatori. Con i guardiaparco e i cani del nucleo cinofili l’abbiamo cercato fino a quando, nel pomeriggio del 23 dicembre, due giorni dopo, è stato ritrovato a San Donato in buone condizioni ma senza traccia di guinzaglio“.

Dinamiche poco chiare

La situazione ha sta causando parecchio scompiglio: da una parte Rabbia ha puntato il dito contro l’Ente Parco, dall’altro questi si sono difesi e, anzi, si sono dichiarati dubbiosi sulla veridicità del racconto del 33enne.

Attacco orso
L’Ente Parco non crede alla versione di Rabbia (topday.it)

“Non ci sono cartelli o divieti che impediscono l’accesso ai sentieri” ha dichiarato Rabbia, “E i 60 orsi presenti nel Parco, animali protetti, hanno tutti il microchip?”. L’Ente Parco ha risposto con una lunga nota: “I toni della vicenda sono sembrati subito poco chiari“.

“Nella zona dei fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli dell’anno senza che però mai la stessa abbia dato problemi di nessun tipo. A destare perplessità sono state soprattutto le informazioni riferite in merito allo svolgimento dei fatti: l’orsa che aggredisce e morde alla pancia, Giovane e orsa che cadono insieme lungo il dirupo e lui che riesce a tenersi a un albero fermando la caduta”.

“Il cane che sarebbe stato al guinzaglio, quindi davanti al suo padrone, che però evita l’orso e poi viene ritrovato palesemente senza guinzaglio. Il tutto su un sentiero largo alcune decine di centimetri”.

“Di una cosa siamo sicuri: in Appennino non è mai stata registrata nessuna aggressione da orso a una persona e questo sarebbe in assoluto il primo caso. Il condizionale è assolutamente d’obbligo proprio per le circostanze complessive relative a questa vicenda, alla dinamica raccontata e ai molti lati oscuri che il racconto del giovane contiene”.

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