Macchinario manomesso per produrre di più e Luana muore a 22 anni

Quando il profitto viene anteposto alla sicurezza dei lavoratori e ai valori umani, la tragedia è inevitabile.

Era il maggio del 2021 quando la giovane mamma Luana D’Orazio moriva stritolato da un macchinario della fabbrica in cui lavorava. L’incidente si sarebbe potuto evitare.

Luana D'Orazio sentenza
Luana D’Orazio/ Topday

Luana D’Orazio aveva solo 22 anni e un figlio piccolo. Lavorava come operaia per una fabbrica di Montemurlo, in provincia di Prato ed è lì che il 3 maggio 2021 è morta.  La giovane rimase stritolata da un macchinario. A distanza di quasi due anni dalla tragedia, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza con cui il 27 ottobre scorso il gup di Prato ha accolto il patteggiamento della pena per Luana Coppini e per suo marito Daniele Faggi, ovvero la titolare e l’amministratore della fabbrica. Secondo il giudice che due mesi fa ha condannato a due anni di reclusione Luana Coppini e a un anno e sei mesi Daniele Faggi appare evidente che siano state messe in atto  diverse manomissioni al macchinario per massimizzare la produttività a discapito della sicurezza delle fasi delle lavorazioni. Nelle 17 pagine di motivazione della sentenza il gup richiama le considerazioni del consulente della Procura, che nella sua relazione aveva quantificato nella misura dell’8% i vantaggi produttivi derivanti dalla manomissione dei macchinari che consentiva al lavoratore di accedere alle parti in movimento della macchina, senza l’impedimento della protezione.

Luana morta in nome della produttività aziendale

Luana D'Orazio sentenza
Luana D’Orazio morta a 22 anni sul lavoro/ Topday

Luana D’Orazio, a 22 anni, è dunque morta per consentire ai suoi titolari di produrre l’8% in più. Per il gup l’azienda  avrebbe ottenuto un vantaggio economico dal manomettere l’orditoio. La ditta di Montemurlo, pertanto, stava  utilizzando il macchinario in maniera non conforme a quanto previsto dal costruttore  senza  prendere alcun provvedimento affinché i lavoratori non restassero impigliati. Un terzo imputato per la morte della giovane, il manutentore Mario Cusimano, ha scelto di essere giudicato con rito ordinario: il processo si è aperto il 13 dicembre scorso, la  prossima udienza si terrà il 22 marzo. Come Luana D’Orazio purtroppo ogni giorno migliaia di persone – giovani stagisti ma anche padri e medri di famiglia – perdono la vita sul posto di lavoro. Questa è una strage su cui è urgente intervenire.

Fonte: TgCom24, Fanpage

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