Permessi non goduti dal lavoratore: INPS li trasforma e li rende ricchissimi, chiedili subito

Vediamo che cosa cambia e che cosa succede per quello che riguarda i permessi non goduti dal lavoratore.

I permessi sono riconosciuti al dipendente come se fossero ulteriori ore di lavoro ma vediamo le novità.

ANSA

Innanzitutto bisogna sottolineare come i permessi vengono riconosciuti ai lavoratori attraverso delle vie molto diverse da quelle relative alle ferie.

Molto diversi dalle ferie: cosa comportano

Infatti proprio gli esperti del mondo delle pensioni sottolineano come le ferie servano a riposarsi e debbano essere fruite per forza, mentre invece i permessi sono qualcosa di molto diverso.

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Infatti il lavoratore non può rinunciare alle ferie perché è proprio lo statuto dei lavoratori che impone al lavoratore di dover fare per forza delle pause per poter ricaricare le batterie. Invece i permessi sono una cosa diversa. Quindi se è vero che le ferie devono essere godute per forza, i permessi rientrano in una fattispecie completamente diversa e quindi possono non essere goduti ma devono essere pagati. Quindi i permessi non goduti devono essere poi pagati in busta paga sono proprio i contratti collettivi nazionali a specificare entro quando deve essere pagato il permesso non goduto. Nella maggior parte dei contratti collettivi il pagamento per i permessi non goduti deve essere fatto tassativamente entro il 30 giugno dell’anno successivo.

Termini per i datore di lavoro e per il lavoratore

I permessi non goduti hanno un valore molto particolare. Infatti bisogna tenere presente che ogni ora di permesso retribuita equivale al valore economico di un intero giorno di lavoro. Ma anche prima di questa scadenza il lavoratore può sempre fare domanda dei permessi non goduti. Quindi se è vero che la scadenza per il datore di lavoro è quella che abbiamo visto nella maggior parte dei casi è vero anche in qualsiasi momento dell’anno il lavoratore può chiedere il pagamento. Quindi il lavoratore chiederà il pagamento con una raccomandata oppure con una PEC e il datore di lavoro gli dovrà corrispondere la cifra nella busta paga del mese successivo.

Come avere queste cifre

Quindi come si può capire si tratta di una cifra molto importante per il lavoratore e non bisogna fare confusione tra la scadenza prevista in capo al datore di lavoro e la possibilità di richiedere sempre questi soldi. Infatti il datore di lavoro è sempre in regola fino al 30 giugno dell’anno successivo e quindi nessuno gli potrà obiettare niente se fino al 30 giugno dell’anno successivo ancora non liquida questi soldi al suo lavoratore. Ma d’altra parte il lavoratore è sempre in diritto di chiedere questi soldi e nell’arco di circa un mese può vedersi effettivamente monetizzata questa cifra che in tanti casi può arrivare ad essere anche molto cospicua.

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