Roberto Saviano a processo: “Meloni e Salvini bastardi? Lo ripeterei di nuovo”, dice

Nessun pentimento da parte di Roberto Saviano per aver definito “bastardi” Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Anzi: lo scrittore ha ribadito il suo pensiero in merito.

Sono passati due anni da quando Roberto Saviano,  ospite di una trasmissione su La7, definì “bastardi” Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Oggi, dopo la terza udienza del processo a suo carico, l’autore di Gomorra ha ribadito la sua ostilità verso il premier e il ministro dei Trasporti.

Roberto Saviano a processo
Lo scrittore Roberto Saviano (Facebook) Topday

Ai cronisti che lo attendevano fuori dal Tribunale, Roberto Saviano ha detto: “Userei ancora quel termine, assolutamente sì”. Termine utilizzato per commentare le politiche migratorie e la gestione dei porti del Centrodestra. Dopo tale insulto Giorgia  Meloni- allora parlamentare- denunciò lo scrittore e ora il processo che è arrivato alla terza udienza. Tuttavia Matteo Salvini non compare come parte civile e Giorgia Meloni, parte lesa, non compare  nella lista di persone da ascoltare presentata dal pm Pietro Pollidori. Su questo punto, l’autore di Gomorra ha commentato che, a suo dire, il premier teme di doversi confrontare con lui: “È incredibile, non è stata chiamata dal pm né dalla parte civile. Io mi ritroverò a dover rispondere del reato di cui mi accusano e non ci sarà la possibilità del confronto con il primo ministro che probabilmente teme una certa debolezza in questo processo perché, qualora ascoltati, dovranno comunque rispondere delle scelte politiche fatte in questi anni che sono la materia del mio giudizio dato nei loro confronti“- le parole di Saviano al termine dell’udienza.

Roberto Saviano si sente perseguitato

Roberto Saviano a processo
Roberto Saviano fuori dal Tribunale (Ansa) Topday

Ma già  prima di entrare nell’aula del Tribunale, Saviano aveva pubblicato su Facebook le sue posizioni in merito a questo processo che lui considera l’ennesimo atto persecutorio nei suoi confronti messo in atto dai leader di Centrodestra. Poco prima di entrare in aula, lo scrittore aveva pubblicato questo post:  “Non posso sottrarmi – non sono un parlamentare o un ministro e non godo di alcuna immunità – e soprattutto non voglio. Sarà un processo importante in cui chi mi porta alla sbarra ha da perdere molto più di me”.  Parole che, certamente, hanno accolto il favore dei numerosi followers di Roberto Saviano. Ma la vita vera è un’altra e, social o no, se i giudici daranno ragione al premier Giorgia  Meloni, Roberto Saviano rischia  fino a 3 anni di carcere.

Fonte: Fanpage, Adnkronos

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