Non esistono padre e madre, così due donne hanno puntato il dito contro Giorgia Meloni

Basta a “padre” e “madre”: il Tribunale ha stabilito che la dicitura neutra “genitore” è più adeguata.

La questione è riemersa dopo la vittoria di una coppia del medesimo sesso contro il decreto Salvini. Quando il leader della Lega era al Viminale aveva imposto l’uso della dicitura “padre” e “madre”. I giudici, però, non sono d’accordo.

Ansa/Filippo Attili

Il Tribunale civile di Roma ha infatti aperto alla dicitura neutra di “genitore” sui documenti dei figli. Ma riguardo l’ordinanza dei giudici l’esecutivo ora dice di volere fare attente verifiche. Verifiche che potrebbero anche portare ad un’azione contro l’ordinanza. Al Tribunale si era rivolta una coppia formata da due donne:  Sonia, la madre biologica di una bambina concepita in Grecia con la fecondazione artificiale e nata in Italia, e la sua compagna. Il giudice Francesco Crisafulli ha imposto al Viminale di emettere una nuova carta d’identità. Dopo la vittoria delle due donne contro il decreto Salvini, un’altra coppia omosessuale si è fatta avanti per rivendicare i propri diritti genitoriali. Le due donne, questa volta -attraverso le pagine di Repubblica- si sono rivolte direttamente al premier Giorgia Meloni: “Siamo due madri e vogliamo avere i tuoi stessi diritti. Siamo una coppia di donne. Abbiamo avuto, insieme, una bambina… Domani andremo in questura per il passaporto. Anche lì, come per la carta d’identità elettronica, i moduli sono gli stessi. C’è scritto madre e padre. E se ci rifiutassimo? Se ci rifiutassimo resteremmo senza documenti e senza possibilità di viaggiare, di andare, che so, a Bali con la baby sitter. Tra l’altro è tutto da vedere se questi documenti verranno emessi“- le parole delle due donne.

Il riferimento all’Indonesia arriva dopo la polemica sorta dal fatto che Giorgia Meloni ha deciso di portare con sé a Bali la figlia, la piccola Ginevra. Ovviamente, per esigenze pratiche, il Presidente del Consiglio, si è dovuta fare accompagnare anche da una babysitter che potesse stare con la bambina mentre lei era a lavoro. Una cosa che molte altre coppie fanno durante le vacanze ma che, trattandosi, del premier ha subito scatenato polemiche. Per tutta risposta Giorgia Meloni ha puntualizzato di non doversi giustificare con nessuno, di  avere il diritto di fare la madre come meglio crede. Anche portando sua figlia con sé al G20 a Bali. Le due donne hanno concluso cosi il loro appello: “La nostra bambina, come ha scritto il giudice nella sentenza sul decreto del 31 gennaio 2019, ha diritto a una corretta rappresentazione della sua situazione familiare, come figlia di due donne, quindi di due “madri”, o comunque di due “genitori”. E così, mentre c’è chi può permettersi di scegliere tra maschile e femminile e di viaggiare oppure no, noi rischiamo di restare confinate in Italia”.

Fonte: Repubblica, Open

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