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Voleva brindare in azienda, ma si è accasciato all’improvviso

Published by
Federica Pollara

Doveva essere una giornata di festeggiamenti per Michele Barco, che tra pochissimo sarebbe andato in pensione. All’improvviso si è accasciato e per lui non c’è stato nulla da fare.

Erano le ultime ore di lavoro di Michele Barco, avrebbe compiuto 59 anni a Luglio, residente a Piazzola sul Brenta. Da trent’anni lavorava come operaio della ditta Belvest, con sede proprio a Piazzola, ed il 31 Gennaio segnava ufficialmente il suo ultimo giorno di lavoro in azienda.

Michele Barco è stato colto da un malore improvviso – topday.it

Per festeggiare insieme ai colleghi, Barco aveva portato in ufficio anche qualcosa da bere e un po’ di dolci, per chiudere in bellezza tanti anni di attività. Il destino però non è stato tenero con il quasi pensionato, colpito improvvisamente da un malore poco dopo l’arrivo in ufficio.

La vicenda ha lasciato tutti sotto shock, dato che l’uomo si è accasciato sul tavolo che aveva di fronte, a pochi metri dai colleghi. Questi hanno subito chiamato i soccorsi: sul luogo sono arrivate die ambulanze del Suem, ma i tentativi dei medici sono stati infruttuosi e non è stato possibile rianimare il 59enne.

Una tragedia che ha sconvolto non solo la famiglia e i conoscenti, ma tutta la comunità del bresciano e, soprattutto, l’azienda ed i suoi colleghi. Per questo il 31 Gennaio, almeno per l’intera giornata, è stata sospesa l’attività in tutti i settori, in rispetto al collega venuto a mancare.

Chi era Michele

Nessuno si aspettava un epilogo del genere: i colleghi hanno raccontato di aver visto Barco sempre in buona salute; da quanto si sapesse, non soffriva di particolari problemi fisici. Impossibile da prevedere, dunque, il probabile infarto cardiocircolatorio che gli ha stroncato la vita.

La ditta ha sospeso l’attività il 31 Gennaio – topday.it

L’uomo non era sposato e viveva insieme alla madre anziana; oltre lei lacia i quattro fratelli e sorelle Romina, Marina, Antonella e Fabio. Nell’azienda, Barco svolgeva il compito di controllo qualità dei capi d’abbigliamento. Era un elemento conosciuto e rispettatto da tutti i colleghi.

Questi gli avevano preparato una vera e propria festa d’addio, con tanto di manifesto di saluto. La direzione lo ha salutato così: “Una persona fantastica, un lavoratore egregio e lo stesso come persona. Siamo profondamente colpiti da quanto è avvenuto, comprendete il nostro dolore”.

“Hai sempre trovato la soluzione. Ore e ore sopra lo stenditore, hai insegnato a tanti a lavorare e di questo ti possiamo solo ringraziare. Gessetto rosso nel taschino della camicia immancabile, come un amico inseparabile”.

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