Termosifoni: c’è chi controllerà la temperatura, ecco le norme in vigore

Termosifoni, ecco chi controllerà la temperatura: norme tutte particolari per i riscaldamenti quest’anno vista la crisi energetica.

La crisi energetica che è scoppiata a seguito della tragica guerra in Ucraina è purtroppo destinata a peggiorare con l’arrivo dell’inverno; per questo, oltre a far fronte ad un aumento di prezzi, si dovrà cercare di gestire le risorse per evitare do rimanere completamente senza scorte.

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Ecco i dettagli sul controllo dei riscaldamenti (Foto: Pixabay).

Per questo, ci saranno delle regole particolari per l’accensione dei riscaldamenti, in modo da evitare gli sprechi e ridurre i consumi; ecco chi si occuperà di accendere i termosifoni, tutti i dettagli a riguardo.

Termosifoni, ecco chi controllerà la temperatura: le norme paticolari per i riscaldamenti

A varare le nuove regole per i riscaldamenti è direttamente il Governo; il calendario d’accensione sarà diverso, accorciato di 15 giorni in totale (accensione una settimana dopo e spegnimento una settimana prima). Inoltre, saranno accesi un’ora in meno al giorno e la temperatura verrà abbassata di un grado (da 20° a 19°).

Stando a quanto riporta ancora il sito GreenMe, per quanto riguarda condomini con riscaldamento centralizzato, le regole sull’utilizzo verranno fornite direttamente dall’amministratore.  Sono previsti poi dei monitoraggi, non soltanto nelle abitazioni ma anche nei locali commerciali e negli edifici pubblici, in modo da capire se effettivamente i cittadini stanno rispettando le regole di consumo imposte.

Il rilevamento dei dati giornalieri di consumo avverrà a livello di reti di distribuzione gas cittadine, “utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto Snam, che sono costantemente monitorati” come comunicato dal Ministero della Transizione Ecologica.

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(Foto: Pixabay).

In ogni caso, ci saranno delle deroghe particolari per le strutture in cui è stato deciso che la riduzione energetica non deve essere fatta; ad esempio, sono esclusi da queste regole li asili, gli ospedali, ma non solo.

Come si legge, non si applicheranno quindi “agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria”. 

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