Milano, famosa stilista trovata impiccata: dopo anni la verità

Emergono nuovi elementi sulla morte di Carlotta Benusiglio, rinomata stilista milanese che fu trovata impiccata.

Era il 31 maggio 2016 quando la 37enne Carlotta Benusiglio venne trovata impiccata ad un albero in piazza Napoli, a Milano. Nuovi elementi fanno emergere un quadro diverso da quello ritratto fino ad oggi.

Stilista impiccata Milano
Carlotta Benusiglio/ Topday

 

Gli elementi raccolti nel corso delle indagini sulla «personalitàdi Carlotta Benusiglio e sul suo rapporto con l’ex compagno Marco Venturi, escluderebbero la sussistenza di realistici intenti suicidiari da parte della donna e rafforzano, invece, l’ipotesi che si sia trattato di omicidio. Lo sostiene il pm di Milano Francesca Crupi che ha presentato appello per chiedere che Marco Venturi, condannato a 6 anni per “morte come conseguenza di altro reato”, ossia le condotte di stalking sull’ex compagna, venga riconosciuto  responsabile di omicidio volontario per la morte della stilista.
La donna venne trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio 2016. Nel giugno dello scorso anno era arrivato il primo verdetto sul caso: per il gup Raffaella Mascarino non fu omicidio ma il suicidio di Carlotta  fu causato dall’ex compagno, che l’avrebbe sottoposta per due anni a vessazioni, fisiche e psicologiche, e minacce.

Carlotta potrebbe non essersi suicidata

Stilista impiccata Milano
L’albero a cui fu trovata impiccata Carlotta Benusiglio/ Topday

La Procura, invece, nelle circa 30 pagine di ricorso, ribadisce che la donna sarebbe stata strangolata quella notte, dopo l’ennesima lite, dall’allora compagno, il quale poi avrebbe inscenato il suicidio. Secondo il pm ci sono tutti gli elementi, per poter inquadrare la morte di Carlotta Benusiglio nell’ambito del cosiddetto femminicidio. In primo grado l’accusa aveva chiesto 30 anni per Marco Venturi. Ora anche i legali dell’uomo, gli avvocati Andrea Belotti e Veronica Rasoli, hanno depositato il ricorso in appello: una quarantina di pagine per chiedere che venga assolto, perché è innocente. Recentemente a Napoli si è consumato l’ennesimo femminicidio che, tuttavia, in questo caso può essere considerato un omicidio-suicidio: un uomo di 76 anni ha prima ucciso la sua compagna e poi si è gettato dalla finestra uccidendo se stesso a propria volta. Da quanto emerso la donna era malata e costretta a letto da anni e dipendeva completamente dal compagno.

Fonte: Corriere della sera, Stampa

 

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