Gli spara e lo lascia morire agonizzante ma ora dice: “Per me era come un figlio”

Dopo tante bugie finalmente è emersa la verità sulla morte di Davide Piampiano, il 24enne che ha perso la vita durante una battuta di caccia.

La tragedia si è consumata nelle campagne di Assisi, in provincia di Perugia. Davide Piampiano quel giorno era assieme ad un coetaneo e al suo “secondo papà “, il 56enne Piero Fabbri.

Davide Piampiano ucciso da Piero Fabbri
Davide Piampiano e Piero Fabbri/ Topday

Era buio, ho pensato che fosse un cinghiale e ho sparato. Poi mi sono accorto che era Davide. Vorrei essere morto io al suo posto, la mia vita è finita quando ho ucciso Davide, che consideravo il figlio che non ho mai avuto” – queste sono state le parole di Piero Fabbri, muratore di 56 anni, durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto martedì 31 gennaio. L’uomo è ora accusato di omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale, per la tragica fine del 24enne Davide Piampiano, morto nelle campagne di Assisi e lasciato agonizzare senza chiamare i soccorsi. Dopo infinite bugie, Fabbri – da tutti conosciuto come ” il biondo” – ha ammesso di essere stato lui a esplodere il colpo mortale che ha ucciso Davide e  ha spiegato anche perché ha sempre mentito sulla dinamica, raccontando a tutti, anche ai Carabinieri, che il ragazzo era stato raggiunto da un colpo del suo stesso fucile, dopo uno scivolone sul terreno impervio.

Le menzogne alla famiglia della vittima

Davide Piampiano Assisi
Davide Piampiano/ Topday

L’interrogatorio di Piero Fabbri è  avvenuto in camera di consiglio, quindi senza la presenza di pubblico. Fabbri ha dovuto spiegare il perché delle sue tante menzogne dopo la morte dell’amico ritenuto addirittura un figlio. Menzogne raccontate prima ad un amico e coetaneo di Davide Piampiano che era con loro quel giorno alla battuta di caccia in campagna e poi anche con la famiglia della vittima dinanzi alla quale Fabbri ha ostentato per giorni la sua partecipazione al dolore, in prima fila alla camera ardente, in prima fila anche al funerale del ragazzo che lui stesso aveva ammazzato. L’avvocato Luca Maori, il legale che assiste Piero Fabbri – unico presente all’interrogatorio del 56 enne – ha dichiarato: “Ha fornito una versione stupida e assurda per senso di colpa e di vergogna, non aveva il coraggio di ammettere coi genitori di essere stato lui ad uccidergli il figlio”.

Fonte: Corriere della sera, Messaggero

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